Il fattore umano

Questo lavoro, molto apprezzato da quanti hanno potuto finora vederlo, rappresenta attraverso immagini, filmati originali e numerose interviste un arco di tempo che partendo dagli anni ’70 (con l’inizio delle lotte per l’occupazione delle case fino ai movimenti del ’77) arriva fino ai giorni nostri (il G8 di Genova del 2001, gli scontri il 15 ottobre del 2011 a Roma, e poi le manifestazioni antifasciste e per la casa degli ultimi anni), passando per una Palestina martoriata dall’occupazione israeliana.

Di notevole importanza le testimonianze di diversi protagonisti diretti di quegli anni o di attivisti, giornalisti e intellettuali che hanno saputo interpretare e raccontare l’essenza dell’instancabile e prezioso lavoro di Tano d’Amico; quei movimenti di lotta, quelle centinaia di migliaia di persone fino il fattore umano locamina proiezionespesso ritratte nelle loro sembianze grottesche o disumane, trovavano invece nelle foto di Tano una loro forma espressiva diretta, testimonianza di verità altrimenti contraffatte o negate. Nel documentario spicca la testimonianza di Silvano Agosti (conosciuto soprattutto per la creazione del cinema “Azzurro Scipioni” e in possesso di un archivio cinematografico e fotografico di enorme importanza, che parte dal ’68 fino ai giorni nostri).

La specificità di questo lavoro non consiste nel solo fatto di raccontare, e raccontare molto bene, il lavoro fotografico di Tano; lavoro che riscuote un enorme riconoscimento presso tutte le componenti dei vari movimenti. Il pregio di questo documentario risiede nella capacità di promuovere curiosità e domande tra le giovani generazioni che pur non avendo vissuto direttamente gli eventi e i processi rappresentati nei servizi fotografici di Tano, proprio attraverso quelle immagini e quei racconti oggi possono riallacciarsi ad una memoria viva e feconda, riallacciandosi a decenni di lotte alle quali milioni di persone hanno partecipato con convinzione e passione, prima che la cooptazione di alcuni settori di quei movimenti all’interno delle classi dominanti, il conformismo e la scientifica manipolazione dei media imponessero il riflusso e la damnatio memoriae.

Ma le domande di giustizia e di cambiamento rimaste inevase sono le stesse oggi, a maggior ragione in un contesto interno e internazionale assai peggiorato rispetto alla società già ineguale e classista contro la quale lottavano i grandi movimenti di massa dei decenni scorsi. Domande alle quali se ieri si è saputo e potuto rispondere in modo politico molto forte (e l’opera di Tano D’Amico rappresenta rispetto a quella stagione una formidabile quanto fedele rappresentazione), oggi devono ancora trovare una loro strada da percorrere. E il documentario di Francesco Rossi e Matteo Alemanno può rappresentare un utile strumento per riprendere il discorso…

Martedì 9 febbraio, ore 21.30

ingresso 3.00 euro