Il sale della terra

“Siamo animali feroci. Noi umani, siamo animali terribili. La nostra storia è una storia di guerre. È una storia senza fine, una storia di follia”.

il sale della terra, locandina documentarioIl fotografo brasiliano Sebastião Salgado ha viaggiato in lungo e in largo per il mondo, ha attraversato centinaia di paesi e lande desolate, spinto da un’unica e costante ossessione: rappresentare le fragilità della natura umana, ridisegnare le linee di confine, le luci e le ombre tra la natura e l’umanità.

Il film “Il sale della Terra” racconta la sua storia attraverso gli occhi del fotografo Wim Wenders e del figlio Juliano. La storia di colui che, abbandonata la carriera da economista, prese in mano la prima macchina fotografica all’età di 30 anni e divenne uno dei più grandi fotografi del nostro tempo.

Salgado ha raggiunto alcune delle località più remote del mondo, dove le tribù resistono alle grinfie della modernità e la natura regna incontrastata. Oppure si è spinto negli angoli bui e polverosi del pianeta colpiti da guerre e carestie. Il fine? Sempre lo stesso. Documentare gli aspetti più oscuri della vita.

Il genocidio in Rwanda, quello più recente dei Balcani, Salgado ha più volte “catturato” questioni che hanno rischiato di allontanarlo definitivamente dal suo soggetto principale, l’uomo. Con il quale lo stesso fotografo ha finito per non riconoscersi più. Solamente più tardi, realizzando il monumentale Genesis, l’incontro ravvicinato con la fauna e la flora selvagge, omaggio unico e irripetibile alla bellezza del pianeta che abitiamo, unitamente al grandioso progetto portato avanti insieme alla moglie e al figlio, atto al rimboschimento di quella che un tempo era (solo) la loro tenuta in Brasile (e adesso è un parco nazionale), Salgado – secondo lo stesso Wenders – ha avuto una sorta di risarcimento dopo tutta la disperazione di cui è stato testimone: “Non ha soltanto consacrato Genesis alla natura, dice il regista, ma è proprio la natura ad avergli permesso di non perdere la sua fede nell’uomo”.

Martedì 26 gennaio, ore 21.30

ingresso 3,00 euro