Mommy

Diane è una madre single, una donna dal look aggressivo, ancora piacente ma poco capace di gestire la propria vita. Sboccata e fumantina, ha scarse capacità di autocontrollo e ne subisce le conseguenze. Suo figlio è come lei ma ad un livello patologico, ha una seria malattia mentale che lo rende spesso ingestibile (specie se sotto stress), vittima di impennate di violenza incontrollabili che lo fanno entrare ed uscire da istituti. Nella loro vita, tra un lavoro perso e un improvviso slancio sentimentale, si inserisce Kyle, la nuova vicina balbuziente e remissiva che in loro sembra trovare un inaspettato complemento.

locandina del film MommyNonostante un inizio di gran ritmo e divertimento, lentamente i medesimi eccessi che suscitano risate diventano una catena. Le battute e le interazioni non cambiano ma dal ridicolo si passa alla compassione quando da un livello superficiale di osservazione si entra dentro alla famiglia e ciò che ci appariva divertente si trasforma in un inferno.

E’ solo una delle tante piccole raffinatezze di questo quinto film di Xavier Dolan, sempre caratterizzato dalla volontà di non negarsi il piacere della sottolineatura (i consueti ralenti, il gioco con i formati, l’uso di musiche molto note) in storie che nulla hanno di normale.

La grande dote del cineasta ragazzino è di immaginare archi narrativi diversi da quelli cui siamo abituati, storie che cercano il coinvolgimento senza ricorrere al consueto ma anzi stimolando curiosità nuove, e di saper condire tutto ciò con una capacità di generare immagini come pochi altri sanno inventare. Steve che zittisce la madre mettendole una mano sulla bocca e poi bacia il dorso della mano stessa frapposta tra le loro labbra è un momento di inusitata forza, perfetto per chiarire d’un colpo il loro rapporto fatto di soprusi e violenza che alimentano e rendono difficile comunicare amore.

Dopo tre film che in un modo o nell’altro mettevano in contrasto madri disamorate con figli bisognosi di comprensione, ora Dolan è passato dall’altra parte della barricata e il risultato ne guadagna. Steve è il meno gestibile dei figli possibili, malato e bisognoso d’affetto è capace di distruggere tutto quel che gli è intorno e sua madre forse è il soggetto meno indicato per curarlo, prendere una parte questa volta è impossibile, perchè ci vorrebbe la migliore delle famiglie per Steve, invece si ritrova una donna incapace a gestire anche se stessa.

Da qui Mommy parte verso i lidi meno prevedibili, perchè nella violenza che caratterizza il loro rapporto lentamente emerge una delle forme d’amore più genuine che si possano immaginare, comunicato senza nessuna sottigliezza, solo urlando e passando per clamorose scenate. Mentre il mondo intorno a loro pensa che si odino, lo spettatore lentamente comprende che non è così.

martedì 21 marzo, ore 21.30

ingresso 3,00 euro