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La sovversione sociale non è mai terrorismo

La sovversione sociale non è mai terrorismo, manifesto

Il 10-9 a Parma avrà luogo il processo contro: Valeria Vecchi, Ivan Zerlotti, Nella Montanini, militanti anarchici accusati di: associazione sovversiva, costituzione e partecipazione a banda armata, detenzione, trasporto, confezione e spedizione di materiale esplosivo nel carcere di Badu ‘e Carros, tentata e procurata evasione e sostituzione di persona

Noi non dimentichiamo che questo processo è prima di tutto un processo alle nostre idee e alle nostre lott

numero: 3409
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Nessun licenziamento deve passare! I bonzi sindacali rompono l’unità dei sessantuno

Nessun licenziamento deve passare, manifesto

… Atteso che il sottoscritto dichiara di accettare i valori fondamentali ai quali il sindacato ispira la propria azione e in particolare di condividere la condanna senza sfumature non solo del terrorismo, ma anche di ogni pratica di sopraffazione e di intimidazione per la buona ragione che non appartengono alla scelta di valori, condizioni … Questo è il ricatto che il sindacato ha imposto per spaccare il fronte dei 61. E’ un ulteriore passo verso la normalizzazione che il sindacato vorrebbe imporre a tutti gli operai, ai disoccupati, e non solo ai licenziati …

… noi che abbiamo costruito il collegio di Difesa Alternativa, non chiediamo una semplice solidarietà alla Classe Operaia, ma unità di classe attorno al programma di classe per i nostri interessi di classe

numero: 3414
dimensione: 86x58 cm

L’anarchico Giovanni Marini nel 1972 …

L'anarchico Giovanni Marini, manifesto

… si è difeso da un’aggressione fascista. La giustizia di stato lo ha condannato a nove anni di carcere. Già nel luglio 1976 – avendo scontato metà della pena – secondo la legge italiana può usufruire della libertà condizionale. Questa sarà possibile solo se gli sfruttati faranno propria la sua lotta …

Solo se si trasformerà la lotta per la libertà di Marini in lotta globale contro il sistema si potrà costringere lo stato a liberarlo. Per la libertà di Marini lottiamo contro il potere

numero: 3408
dimensione: 84x60 cm

Cile ’86. Dopo la dittatura quale libertà? Quale eguaglianza? Quale giustizia?

Cile '86. Dopo la dittatura quale libertà?, manifesto

In Cile le vecchie classi dirigenti e il capitalismo internazionale vogliono sbarazzarsi di Pinochet, ma pilotando il passaggio ad una democrazia moderata e borghese. Come è avvenuto in Argentina e Uruguay, come si tenta di fare ad Haiti e nelle Filippine. Ma le masse popolari esprimono la loro volontà di rivoluzione politica e sociale che vuole spazzare via con il fascismo anche le classi sociali che lo hanno prodotto e che sono appunto organizzate nei partiti …

La resistenza attiva in Cile è solo la resistenza popolare di base; è a questa che appartengono i 60 assassinati dalla polizia fascista nell’85 e gli 11.000 arrestati; sugli abitanti dei “campamientos” che si abbatte la repressione; è da qui che nascono le manifestazioni di massa e la lotta armata contro il regime sanguinario e feroce di Pinochet. Assemblea dibattito

numero: 3407
dimensione: 84x60 cm

Dal decretone alla stangata si intensifica lo sfruttamento

Dal decretone alla stangata si intensifica lo sfruttamento, manifesto

Lo stato continua a rapinare i lavoratori per ingrassare le tasche dei burocrati e dei capitalisti. I riformisti e i sindacati, si danno da fare per convincere i proletari che l’unica via d’uscita dalla crisi passa attraverso l’accettazione dei sacrifici e la collaborazione di classe con i padroni. Tutto questo significa: riduzione del potere d’acquisto, compressione dei consumi, licenziamenti, arretramento delle sia pur esigue “conquiste” degli anni scorsi, ridimensionamento dei servizi sociali (asili nido, mense …)

Non vi è emancipazione possibile per gli sfruttati al di fuori dell’abbattimento di ogni servitù politica ed economica! Non vi è risposta efficace all’attacco dello stato al di fuori della gestione diretta della lotta!

numero: 3416
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Fai politica? Sei terrorista!

Fai politica? Sei terrorista, manifesto

Martedì 23 ottobre 1979 alle ore 9 Renato Cornacchia sarà interrogato dal magistrato L. Scalia presso il Tribunale di Biella. Ancora una volta la mano pesante del potere ricade su compagni che lavorano a livello sociale e politico contro il padrone.

Annientare il dissenso vuol dire: – 61 licenziati alla Fiat, – 1550 licenziamenti alla Olivetti di Ivrea, – arresti del 7 aprile, – perquisizioni, – criminalizzazione di tutti i compagni; Unica risposta deve essere: bloccare questo disegno repressivo, per non permettere che coloro che rifiutano la propria condizione di sfruttamento siano per sempre zittiti

numero: 3417
dimensione: 83x56 cm

Solidarietà agli ospedalieri

Solidarietà agli ospedalieri, manifesto

Gli anarchici chiamano la cittadinanza a dare la solidarietà alla lotta degli ospedalieri e ad essere comprensivi nel difficile momento che stanno attraversando per poter garantire il minimo di assistenza. La società attuale, quella dell’alienazione, di inquinamento, del capitalismo e dello stato è la fabbrica delle malattie. Queste per essere curate necessitano di strutture ospedaliere di sempre maggiori dimensioni che però non curano le cause delle malattie ma solo gli effetti …

Prendiamo spunto dalla lotta degli ospedalieri per incoraggiarli a proseguire sulla strada intrapresa, finalmente con l’azione diretta e non delegando artificiosi vertici sindacali e sollecitiamo gli altri lavoratori a seguire l’esempio e capire che l’emancipazione dallo sfruttamento può soltanto essere opera dei lavoratori stessi

numero: 3418
dimensione: 84x60 cm